di sguattera sudiciona
La mula è quasi pronta
Dopo esser stata ben riempita di “Eau de Lancy” e sigillata con il Bardex harness, il cui ugello sporge lievemente dall'apposito foro praticato nelle doppie mutande, la mula (d'ora in avanti, per comodità, la chiameremo semplicemente così) viene preparata per il duro lavoro quotidiano che d'ora in poi sarà la sua vita. Innanzitutto le viene fatta indossare la pancera di gomma e di crine di cavallo: servirà a contenere e sostenere il pancione durante il lavoro forzato. Una volta reindossata la divisa a righe e il grembiulone di gomma marrone sulla pancera, l'imbragatura di cuoio le viene fissata mediante cinghie intorno al busto, al ventre e sulla schiena. Alla robusta struttura di vecchio cuoio irrigidito dal sudore di molte altre schiave che l'hanno precedentemente indossata, sono fissati degli anelli di acciaio che serviranno ad applicare Frau Schwanger ai marchingegni di fatica scelti e imposti di volta in volta dalle Signore di Lancy secondo un piano prestabilito oppure dettati da un semplice capriccio. Incappucciata, con la lingua rosa che fuorisce dal taglio praticato nel cappuccio, la mula viene avviata al suo destino, reggendo fra le mani la sacca di gomma contenente le sue deiezioni.
Dopo esser stata ben riempita di “Eau de Lancy” e sigillata con il Bardex harness, il cui ugello sporge lievemente dall'apposito foro praticato nelle doppie mutande, la mula (d'ora in avanti, per comodità, la chiameremo semplicemente così) viene preparata per il duro lavoro quotidiano che d'ora in poi sarà la sua vita. Innanzitutto le viene fatta indossare la pancera di gomma e di crine di cavallo: servirà a contenere e sostenere il pancione durante il lavoro forzato. Una volta reindossata la divisa a righe e il grembiulone di gomma marrone sulla pancera, l'imbragatura di cuoio le viene fissata mediante cinghie intorno al busto, al ventre e sulla schiena. Alla robusta struttura di vecchio cuoio irrigidito dal sudore di molte altre schiave che l'hanno precedentemente indossata, sono fissati degli anelli di acciaio che serviranno ad applicare Frau Schwanger ai marchingegni di fatica scelti e imposti di volta in volta dalle Signore di Lancy secondo un piano prestabilito oppure dettati da un semplice capriccio. Incappucciata, con la lingua rosa che fuorisce dal taglio praticato nel cappuccio, la mula viene avviata al suo destino, reggendo fra le mani la sacca di gomma contenente le sue deiezioni.
La marcia di Frau Schwanger
Slosh! Slosh! Slosh! La donna viene fatta marciare velocemente fuori
dalla Clinica. Volutamente, il suo passaggio attraverso le sale di
Lancy non passa certo inosservato: l'avvio "pubblico" al lavoro forzato della
nuova mula serve come monito alle altre sguattere di Lancy, oltre che a
provocare un particolare piacere e compiacimento nelle Signore e
nelle guardiane.
Il rumore degli stivali di gomma, del grembiule, dei
liquami che sciacquano dentro la sacca, la lingua rosa che sporge, il
cappuccio, il pancione: tutti elementi che concorrono a formare un
quadro bizzarro, grottesco e a suo modo inquietante. Ci vorrebbe un
talento come quello espresso da Francisco Goya nei suoi terribili
“Caprichos”, per rendere appieno l'effetto provocato da una mula
avviata al luogo di espiazione conclusivo.
Una nota
iconografica di Janine Souillon
Apro una
parentesi nel racconto della sguattera sudiciona per sottolineare
come una abile illustratrice sia già operativa da
tempo sia a Lancy che presso la mia tenuta: si tratta della schiava
Elisabeth Mandile, di proprietà della amica polacca Annika K.
Elisabeth,
semianalfabeta e schiava di fatica, è dotata di un raro e drammatico
talento descrittivo, di un segno rapido ed efficace. Sovente, al
termine dei suoi turni di lavoro, viene sollecitata a riprodurre
sulla carta alcune delle sue impressioni e testimonianze oculari. Mentre i suoi lavori vengono sovente pubblicati, nessuna
fotografia, per ovvi motivi, giunge allo stato di
pubblicazione. Immagini fotografiche di Lancy, conservate in archivi
segreti e debitamente criptati, sono consultabili solo dalle Signore.
In viaggio verso il campo delle
mule
La processione formata da Brunilde, dalla mula e dalla guardiana
Patricia O'Hara, una irlandese di 29 anni col volto pieno di
lentiggini e le labbra carnose e sensuali, esce dalla magione e si
dirige verso una zona del parco riparata e segreta.
Il percorso
Prima si
attraversa un sentiero immerso nella pineta, poi si arriva di fronte
a un ponte di legno e di corda, sospeso sul fiume. Il ponte è
sbarrato: quattro guardiane hanno il compito di sorvegliarlo, a
turno, giorno e notte. Aperto lo sbarramento, il trio attraversa il
ponte. Di tanto in tanto Pat O'Hara, quando si accorge che la
sguattera sta rallentando l'andatura, assesta un colpo di verga sul
suo sedere, stando ben attenta a non colpire l'ugello del
Bardex Harness. Il percorso effettivo in linea d'aria è in
realtà assai meno complesso di quanto lo si voglia fa apparire. Le deviazioni che i sentieri compiono,
creano un lungo giro vizioso che le Signore in visita al campo delle
mule possono facilmente evitare, grazie a un tunnel sotterraneo che
collega Lancy al campo. Quello che per le schiave, bardate nella loro nuova ed estremamente
affliggente tenuta da mule è un lungo e
faticoso cammino, per le Signore è solo un veloce
trasporto su un tapis roulant che scorre lungo un tunnel
sotterraneo rinfrescato da un efficace sistema di ventilazione.
Il campo delle mule
Protetto dagli sguardi indiscreti da un alto muro di pietra, il
quadrilatero detto “campo delle mule” ricorda una specie di
monastero medioevale, e di fatto, per molti versi, a quel tipo di
istituzione assomiglia e si ispira.
Come un tempo, in certe segrete costruzioni
della Francia venivano segregate donne riottose e ribelli,
costringendole a un duro regime punitivo per il bene della loro
anima, così a Lancy, nel riparato campo delle mule vengono purgate
le irriducibili, le isteriche, le riottose che non vogliono adattarsi
alle condizioni desiderate dalle buone Signore della magione.
Un muro di pietra viva, dicevamo, alto e con piccole finestre
protette da inferriate, circonda il luogo di espiazione. Un tetto di pietra traforato permette il
passaggio della luce, della pioggia e della neve, rendendolo pervio
agli elementi naturali e al clima tutto l'anno, ma nascondendo alla vista il
perimetro adibito al lavoro delle sguattere.
All'interno, su un
terreno brullo di sabbia e pietrisco che si estende per circa quattrocento metri per ciascun lato, si trovano i cosiddetti “marchingegni di
fatica”, disegnati e creati quasi due secoli prima dalla misteriosa
Fondatrice di Lancy. Hanno nomi apparentemente gentili, ma per
ragioni che anfremo ad esaminare, fanno tremare le schiave al solo
sentirli nominare. Sono tre: La Collina, La Giostra, Il Giardino.
Sui
marchingegni, sulla loro genesi, sulla loro natura e il loro
funzionamento, dedicheremo prossimamente un capitolo a parte.
Per ora
limitiamoci a dire che lo spazio disponibile è occupato
principalmente da loro e in seconda battuta dai Bagnes Des Femmes:
questi altro non sono che il complesso di macchine di riempimento delle mule,
chiamato così in omaggio ai Penitenziari Femminili del secolo scorso
(“Bagnes”, appunto). Fra le spesse mura ci sono due appartamenti
per le guardiane, il cucinotto per le pappa di tapioca delle mule,
l'abbeveratoio.
Le “stalle” delle mule sono sotterranee, scavate
direttamente nella roccia dalle prime mule di Lancy, circa 150 anni
orsono. Ben diverse per scopo e struttura dalle “stalle” della
altrettanto temuta “Fattoria”, nascondono alla vista delle
guardiane le lamentose mule, che però spesso sono “visitate”
dalle loro carceriere nel cuore della notte per controlli improvvisi,
ed altro.
Le altre mule
Nel campo ci sono, attualmente, altre tre mule: Lady Gwen, inglese di
38 anni, ex modella; Frau Schwein, tedesca di 53 anni e infine la
misteriosissima Madame X, di 41 anni.
Ed ora, scattiamo una fotografia
virtuale del campo al momento dell'ingresso del nostro terzetto: Lady
Gwen è stata appena riempita e sta per essere riagganciata alla
Giostra; Frau Schwein è in fase di svuotamento da parte della sua
operosa ed energica guardiana, mentre Madame X sta salendo la Collina
per la tredicesima volta consecutiva. Inutile dire che il suo
pancione è davvero notevole.
(9- continua)
1 commento:
Madame, i lavori della schiava elizabeth sono veramente ottimi. Oserei dire che se venisse opportunamente pungolata e la produzione diventasse più costante, un giorno ritroveremmo esposti i disegni su qualche sito web assieme alle opere di indiscussi maestri del settore.
FrauJulia
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