disegno della schiava Elisabeth Mandile |
LANCY
11 – LA COLLINA
di sguattera sudiciona
La collina
Alta circa sette metri, lunga una decina, la Collina poggia su una
struttura di calcestruzzo e mattoni edificata nel 1863. Tronchi di
legno appoggiati trasversalmente su un fondo di pietrisco e ghiaia
fungono da rozzi scalini e aiutano le donne punite nel faticoso
compito di inerpicarsi prima per la ripida salita, successivamente di
scendere l'altrettanto ripida discesa sempre gravate dal giogo che
contiene il loro carico di “mule”, appesantite dai
litri di “Eau de Lancy” che ingrossa il loro ventre di schiave.
Di fatto una variante del cosiddetto “treadmill”, in uso nelle
prigioni femminili vittoriane, la Collina era, nelle intenzioni della
sua buona Fondatrice, lo strumento d'urto che serve a far prendere alle schiave immediato contatto con le loro nuove condizioni di vita.
Tre litri nel pancione
Frau Schwanger è stata svuotata per la prima volta dalla sua
guardiana e subito dopo nuovamente riempita, questa volta con la dose
standard dal Campo delle Mule. In vista del suo primo turno sulla
Collina. grazie al busto contenitivo allacciato sotto ai due
grembiuli, Frau Schwanger è in grado di ospitare dentro le sue
budella circa tre litri di mistura calda. La guardiana, ad ogni
“turno” compiuto dalla sguattera, controllerà lo stato del
pancione e le condizioni generali della punita. Ma vediamo in
dettaglio che cosa prevede il regime punitivo delle serve sottoposte
alla “Collina”.
I “turni” sulla Collina
Ciascun “turno” sulla Collina prevede, per ciascuna schiava,
indipendentemente dall'età, un'andata-ritorno, ovvero una salita,
una discesa, seguita da una seconda risalita e un'ultima discesa al punto di partenza,
con il giogo sulle spalle. A questo primo “turno” segue un breve
riposo in piedi, indi ha luogo un secondo “turno, ovvero un altro doppio
sali-scendi. In tutto, una schiava compie ogni giorno dai quattro agli otto
“turni” completi, scaglionati nel corso della giornata. Se la
guardiana ritiene che la salita sia troppo lenta, può “aiutare”
la schiava a colpi di frusta o di verga, e può anche decidere di
aumentare il carico del “giogo”.
Frau Schwanger è ora di fronte
alla ripida salita. La pancia è tesa e piena di liquido, il ventre
gorgoglia, il desiderio anzi l'ossessione di scaricarsi, che nella
tenuta di Lancy occupa la mente di ogni serva, è qui portata
all'estremo, fin quasi alla follia. Ma presto, una volta incominciata
la sua vita nel Recinto delle Mule, un'altrettanto sovrana ossessione
si contenderà la mente ottenebrata della schiava: quella di potersi
fermare e riposare.
Madame X sale la Collina
Davanti a lei, giunta quasi a metà della salita, Frau Schwanger vede lentamente
inerpicarsi Madame X: la divisa della donna è completamente intrisa
di sudore che scorre da sotto il cappuccio, scivola sulla schiena e
cade sulla sabbia e il pietrisco oppure finisce direttamente negli
stivali di gomma. Madame X arranca lentamente, grugnendo. A un certo
punto, pur sforzandosi di procedere, rimane piantata sul terreno in
forte pendenza: con un disperato mugolio cerca di avanzare,
sporgendosi in avanti mentre il peso dei due secchi colmi di
pietrisco attaccati al giogo le incurvano la schiena madida. La
guardiana si accorge subito dell'impasse della sua assistita e
accorre con la verga. Qualche colpo ben assestato sul sedere e sulla
schiena fanno miracoli: con un grugnito, la serva riesce a muovere un
passo, poi un altro, ed ecco che lentamente, come una zombie
incappucciata, ricomincia a procedere. Per sua fortuna, le manca poco
al termine dei “turni” sulla Collina. Domani l'attende una
giornata sulla Giostra.
Frau Schwanger, schiava di fatica
Ma intanto, ecco che è il turno di Frau Schwanger: per la prima
volta nella sua vita affronta la Collina. Poggia lo stivale sul primo
tronco, reso liscio dalle tante schiave che per decenni l'hanno
calpestato e usurato. Flette la gamba, i grembiuli di gomma sfregano
l'uno contro l'altro, muove un passo, la pancia gonfia si tende,
ballonzola, ma le budella rimangono sostanzialmente a posto grazie al
busto. Secondo passo, ecco che entrambe i piedi infilati negli
stivaloni di gomma poggiano sul tronco. Facendo forza su tutti i
muscoli, è iniziata la traspirazione che non smetterà di inondarle
il corpo di sudore fino a sera.
Passo dopo passo, Frau Schwanger si inerpica sulla Collina: il
respiro, sotto il cappuccio, si fa sempre più pesante, il rumore del
suo fiato, dentro la calotta, la rintrona. Il cuore batte forte,
mentre ogni tanto l'intestino si contorce, la pressione dell'acqua
spinge in fuori il Bardex harness di gomma e tende le spesse mutande
contenitive.
Come e più che a Lancy, una sensazione di nausea la permea da capo a
piedi: Frau Schwanger il suo volto non lo potrà vedere mai più (nel Campo delle
Mule gli specchi sono banditi), ma se potesse vedersi, si accorgerebbe
che sotto il cappuccio il suo colorito giallastro, tipico di tutte
le schiave di Lancy, si è già terribilmente accentuato.
Arrivata in cima, il puzzo del suo stesso sudore è ormai conclamato:
d'ora in poi non ci farà più caso: dal momento che le divise
vengono sostituite molto raramente e mai lavate, la convivenza coi
suoi forti odori sarà una realtà ineluttabile.
La discesa
disegno della schiava Elisabeth Mandile |
Inizia la discesa, che sembra pericolosamente ripida: la schiava si
puntella coi talloni, il peso del giogo la trascina in basso, deve
farsi forza per non scivolare, le ascelle grondano sudore, la schiena
è fradicia. Caracollando, smottando, sdrucciolando, arriva in fondo
alla discesa, mentre il giogo di legno le scava le spalle. Una
frustata sui polpacci le indica che è il momento di ricominciare a
salire: il suo primo “turno” deve essere completato. Completato
il “turno”, alla fine della discesa Frau Schwanger trova ad
attenderla su figlia. La ragazza le controlla il pancione, poi senza
preavviso, ordina alla schiava di eseguire uno squat, con il giogo
ancora addosso. Tremante, la serva si accoscia, a gambe larghe, la
lingua fuori, il pesante basto improvvisamente diventato leggero, dal
momento che i secchi colmi di pietrisco appoggiano al suolo.
La sculacciata
La
padrona-figlia passa una mano fra le cosce della madre, sfrega
rudemente le mutande contenitive, a lungo. Poi, quando l'effetto dei
rozzi sfregamenti sembra stia cominciando a farsi sentire, Brunilde
senza preavviso assesta alla madre una forte sculacciata fra le gambe. Lo schiocco
sulle mutande di gomma e di cuoio è fortissimo, la schiava muggisce
prolungatamente, il suo disperato richiamo fa persino girare Madame
X, che sta terminando il suo ultimo “turno” in uno stato di
semincoscienza, spossata dall'immane fatica. Madame X si gira, attonita senza
smettere di salire, gli occhi sbarrati sotto il cappuccio, la lingua
mezza fuori, sgocciolante, puzzolente, gravida nei suoi grembiuli.
(11- continua)
2 commenti:
Preoccupante: mi riferisco a "La sculacciata". Doppie mutande di gomma e cuoio e la porcella riesce ancora ad eccitarsi, dove andremo a finire? Peggio per lei, spero proprio che Brunilde provveda in merito!
FrauJulia
Forse sarebbe di grande utilità per le Mule , onde temprarle moralmente e sfiancarle fisicamente , associare alla Collina un percorso magari paludoso , da affrontare trainando , tramite giogo , una barca sulla quale le Signore sono pigramente sedute , mentre una sorvegliante le "stimola" ad ogni tentennamento o ritrosia .
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