Un pregevole contributo fornito da FrauJulia
DIARIO DI UN'EDUCAZIONE / 1
È una normale serata di svacco nel mini appartamento di una
serva di nostra conoscenza. Come tutti i giorni in cui non è di
servizio dalla Signora, la serva ha cazzeggiato tutto il giorno su
internet. Ora la serva pregusta la doppia porzione gigante di pizza
ordinata via telefono. Sa che il ragazzo delle consegne le porterà
anche un paio di birre, anche se non si potrebbe, la comodità val
bene una mancia.
Suonano al citofono. La serva preme l’apriporta e prepara aperta
anche la porta dell’appartamento, ha proprio fame, la porzione
gigante è proprio quella adatta. Ma……. la porta si apre ed,
anziché il ragazzo delle consegne, la serva di trova di fronte due
donne: una è la Signora. La serva ha un tuffo al cuore, non si
aspettava proprio questa cosa, la Signora non è mai venuta a casa,
anzi, non dovrebbe sapere neanche l’indirizzo.
La Signora avanza, con portamento autoritario: “Bene, bene,
finalmente ho trovato il tuo indirizzo.”
La Signora guarda attentamente la serva, capelli scarmigliati,
indossa ancora il pigiama ed una vestaglia che ha visto giorni
migliori. “Non indossi la divisa, spero almeno che tu indossi le
mutande disciplinari!”
La Signora scambia uno sguardo con l’altra donna. La serva
osserva la sconosciuta: una donna oltre i 50, alta e robusta, con
faccia cattiva ed autoritaria, indossa una tuta di acetato, con uno
scudetto.
La Signora chiede: “Chi immagini che sia questa mia amica?”
La serva, classifica la sconosciuta come una delle tante badanti
rumene di cui è pieno il quartiere. La sconosciuta, sentendo la
risposta, latra una imprecazione in tedesco. La Signora interviene:
“Elize è un ex atleta della DDR. Si è poi specializzata ed ha
lavorato a lungo come capoinfermiera. Ti rivolgerai a lei chiamandola
con il suo titolo di “Oberschwester”.
Elize prende in mano la situazione, toglie la vestaglia alla serva
ed abbassa decisa i calzoni del pigiama: la serva indossa un paio di
morbide mutandine di cotone, le mutande di punizione sono
ammonticchiate in un angolo e, dall’odore non sono state neanche
lavate e fatte asciugare!
Elize estrae da una tasca un quadernetto nero ed inizia a prendere
appunti.
Si ode una seconda scampanellata, Elize apre e si trova di fronte
il ragazzo della pizzeria. Ritira l’involto e congeda il fattorino.
Ora le due donne analizzano il contenuto del pacco: doppia razione di
pizza e birra. Passano poi ad osservare il lavandino: lattine di
birra vuote, numerosi cartoni di pizze e involti di panini e patatine
di fast-food, testimoniano di quale sia la cura che la serva pone
alla propria dieta e nel rassettare la propria casa. Inutile dire che
la tappa successiva è la camera da letto: letto che, nel tardo
pomeriggio è ancora sfatto. Risultati ancora peggiori si hanno
dall’ispezione in bagno: a parte il disordine sovrano, qualcuna ha
orinato nella tazza senza neanche tirare l’acqua e, guardando
meglio, non utilizza troppo neanche lo scopino.
La Signora ha un rapido briefing con l’Oberschwester, le due
donne prendono una decisione: l’Oberschwester resterà a casa della
serva, in modo da obbligarla ad osservare le Regole anche nei giorni
liberi dal servizio.
Una volta organizzate le cose la Signora, prima di congedarsi,
assiste ad una prima sculacciatura della serva, somministrata dalla
Oberschwester per “rompere il ghiaccio”. Le potenti mani della ex
atleta colpiscono instancabili le povere natiche della serva che ben
presto virano ad un bel colore rosso acceso.
Ora la serva, ancora piangente, si vede presentare quattro
bottigliette da ¾ di litro d’acqua: da oggi in poi dovrà bere
tutta quell’acqua ogni giorno. E, per iniziare la serva deve subito
ingurgitarne una. La cosa avviene con grande fatica: la serva non è
abituata a bere tanta acqua, sarebbe diverso se fosse birra….
La Signora esce soddisfatta: la serva verrà rieducata a puntino
ed Elize ha trovato una accogliente e gratuita sistemazione.
Quanto alla serva, ora che ha bevuto così tanto, ha la vescica
gonfia ed alla fine deve chiedere il permesso di fare pipì. La
Oberschwester avverte: la serva avrà quattro permessi di usare il
bagno al giorno. Permessi addizionali, solo nei casi di clisteri o
purghe.
La Obershwester indaga sul ….. funzionamento della serva: quando
è andata di corpo?
Ed alla risposta insoddisfacente la Elize prende dal proprio
bagaglio una scatola di supposte. “Per rimediare momentaneamente al
blocco useremo queste, sono rapide ed efficaci. Nei giorni a venire
sentirò Madame per gli opportuni provvedimenti. La serva non crede
alle proprie orecchie,ma che vogliono farle per un po’ di
stitichezza?
La serva viene subito obbligata a lavare le mutande disciplinari e
ad asciugarle sommariamente con uno strofinaccio. Ma è il momento
dell’azione: la Oberschwester ammucchia i cuscini sul divano, li
copre con un salviettone. Indossa, con fare molto professionale, dei
guanti di latex. Le supposte vengono aperte. La Elize ne libera tre
dal blister. La serva sgrana gli occhi: tre????
Ed ora la serva deve offrire il culetto. La supposta si fa strada
ed un dito dispettoso la fa giocare spingendola dentro solo a metà e
attendendo che lo sfintere la respinga, prima di inserirla
nuovamente. Alla fine il dito la spinge in profondità. Le altre due
supposte seguono la sorte della prima. Ora la serva deve mettersi
sulle ginocchia della Oberschwester, come per essere sculacciata. Le
natiche vengono tenute strette per qualche minuto, in modo che le
supposte inizino a sciogliersi. A questo punto la Oberschester prende
da un pacco un pannolone e lo mette alla serva, facendole poi
indossare le mutande disciplinari, fredde ed umide.
“Ora vediamo di iniziare a ripulire l’appartamento!” è
l’ordine dato alla serva. Scopa, paletta, secchio e straccio per i
pavimenti vengono messi in funzione. Per il primo quarto d’ora la
serva si dimentica completamente delle supposte, tutta presa come è
nel lavoro. Ma ben presto il pancino si fa sentire, prima con un
bruciore interno, bruciore che viene rapidamente sostituito dal mal
di pancia. La serva, moltiplica i propri sforzi per accelerare le
pulizie, ha già capito che fino a che non sarà tutto pulito non le
verrà concesso l’uso del bagno. Ma, più si dà da fare più
aumenta l’urgenza dello stimolo. Ora la serva lavora a scatti,
fermandosi all’arrivo delle contrazioni. Gocce di sudore le bagnano
la fronte.
La Oberschwester non sente ragioni, prima di usare il bagno
l’appartamento deve “passare l’ispezione”. Anzi, di tanto in
tanto la Oberschwester passa un dito dove la serva ha già pulito ed
ordina di pulire meglio! La serva deve anche cambiare le lenzuola: la
Elize prenderà la camera, la serva dormirà su una brandina nel
ripostiglio.
Sarà per la stitichezza di cui soffre o per la paura di cosa le
può accadere o per la vergogna, ma la serva riesce a resistere fino
alla fine! Gli ultimi istanti sono i più angosciosi, quando,
grondante sudore attende il permesso di andare in bagno. E non vi
dico la corsa disperata verso la liberazione. Ma la Obershwester
segue la serva anche in bagno, la serva si farebbe frustare, pur di
non doversi scaricare in presenza di un'altra persona. Ma, anche
grazie alla posizione seduta, la serva non è più in grado di
controllarsi. Elize osserva, ordinando di non tirare assolutamente
l’acqua.
Ed è una serva rossa di vergogna che vede la Oberschwester
ispezionare anche la tazza, scuotendo la testa. “Domani parlerò
con la tua Padrona, qui c’è bisogno di interventi efficaci e di
una lunga riabilitazione ” è la frase che farà preoccupare a
lungo la serva , mentre cerca di prendere sonno, infastidita dalle
mutande umide e dalla scomoda brandina.
(1- continua)
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18 aprile 2014
DIARIO DI UN'EDUCAZIONE 1
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LANCY 14 - LA MUNGITURA
LANCY 14 - LA MUNGITURA
di sguattera sudiciona
La dilatazione
Ed ecco arrivata la mattina. La Infermiera Mungitrice attacca la catenella al collare della mucca 14 e la obbliga a salire a 4 zampe la interminabile scala a chiocciola, fino all’ambulatorio della Dottoressa Helga. Ci vuole molto, anche perché la mucca 14 non ha ancora sviluppato lo “zoccolo” sotto le ginocchia. Una volta arrivate, la Infermiera apre lucchetti e cerniere delle doppie mutande, mettendo a nudo le intimità della mucca 14. La sudiciona viene fatta mettere a 4 zampe anche sul lettino. La Dottoressa rovista un po’ in un armadio a vetri e torna con un oggetto metallico, dotato di leve e viti, tra le mani guantate. Preleva del lubrificante da un barattolo e lubrifica accuratamente una specie di beccuccio conico. Poi stringe due leve e mostra alla mucca 14 che la punta conica si divide in 4 parti e si dilata sempre più. Una lunga vite permette di fermare le leve ed eventualmente di fare dilatazioni micrometriche. La mucca 14 sente il cuore a 1000, che le stanno per fare?
Ma la Dottoressa si è dimenticata qualcosa, torna all’armadietto e porta un morso di spessa gomma. Fa aprire la bocca ed estrarre la lingua alla mucca, poi infila decisa l’oggetto nella bocca. La mucca reprime a stento un conato, è terrorizzata, il morso è costituito da una propaggine che tiene schiacciata la lingua, impedendo di articolare alcunché tranne muggiti, una pallina traforata, con una sede per i denti, tiene la bocca semiaperta. Il morso è allacciato saldamente dietro alla testa da una larga cinta di plastica. Ed ora la mucca 14 sente le dita guantate penetrarla posteriormente e massaggiarla. Sente il freddo dl lubrificante. Ed ora la punta arrotondata del cono viola il buchetto. La Dottoressa lo spinge avanti, fino a che lo sfintere si rilassa in una apposita rientranza ad anello. Ed ora la dottoressa fa forza sulle leve, la mucca 14 sente un dolore terribile e muggisce disperata.
“Quanto rumore per nulla”, dice la Dottoressa, “la bua grossa deve ancora venire, comunque userò l’avanzamento a vite, visto che muggisci come un vitello!”. La mucca 14 sente le dita della dottoressa ruotare una apposita rotella micrometrica. Comincia lentamente e cresce sempre di più, un dolore terribile, paiono aghi infocati nello sfintere. E dura molto molto a lungo, un intero quarto d’ora. La mucca cerca di rilassarsi e muggire il meno possibile, per non peggiorare la situazione. Non sa a che punto sia arrivata, ma sente aria fredda all’interno, che sensazione incredibile!
Il plug
E finalmente è stata raggiunta la dilatazione desiderata. La Dottoressa torna all’armadio a vetri e torna con un lungo cilindro di materiale plastico nero, da un estremità pendono due tubi di plastica, chiusi da rubinetti e con attacchi rapidi. “Ecco qui il tuo ugello” dice la Dottoressa, poi prende una grossa bomboletta dal tavolino. Si rivolge alla mucca 14: “Adesso posiziono l’ugello e metto la schiuma di fissaggio. Se ti muovi anche solo di un millimetro bisognerà rifare tutto e te ne farò pentire, ti metterò l’ugello di dimensioni doppie. Tieni conto che questo farà malissimo, ma non ti lascerà danni permanenti, con l’altro rischi di dover portare pannolini per il resto dei tuoi giorni, hai capito vacca?”. La mucca 14 assente disperatamente con la testa. Nei minuti successivi sente aprire ulteriormente il dilatatore, muggisce e piange ma riesce a non muoversi, poi sente l’ugello entrare e subito la schiuma espansa andare ad occupare lo spazio tra dilatatore, sfintere ed ugello. “Brava, ancora un momentino di immobilità che estraggo il dilatatore, attenta, farà malissimo!”,. La mucca 14 sente un dolore terribile, rivolta indietro gli occhi, ma riesce a stare ferma. Ancora pochi minuti di attesa perché la schiuma diventi solida. La Dottoressa è contenta, si sfila con fare soddisfatto i guanti , prende un panno dal tavolo ed asciuga sudore e lacrime dal viso della mucca 14.
“Brava, sei una delle poche che ha sopportato bene l’applicazione, sento che mi darai delle soddisfazioni.” E poi, come parlasse fra sé e sé: “un buon soggetto per i miei studi, da promuovere presto al collare rosso”.
Poi, rivolgendosi alla Infermiera: “Doppia razione di tapioca alla mucca 14 e nella cena, mettici anche un bel po’ di crusca, voglio che sia nutrita bene, con la giusta quantità di fibre”. Ed ora rimettile le mutande, ed ecco, per nascondere i tubi penzolanti, applica alle mutande questa bella coda.
E, rivolgendosi alla 14, “Bene 14 , trovo che la coda ti doni parecchio, domani cominciamo le cose serie, con i riempimenti e le mungiture, sarai la prima a collaudare la nuova macchina di riempimento da me progettata, sono sicura che darà risultati eccellenti!”
E con queste parole congeda la mucca 14 e la Infermiera Mungitrice. La mucca 14 scopre a sue spese che scendere a 4 zampe la rampa a chiocciola è ancora più difficile che salirla, in particolare con il fastidio del plug, a cui non si è ancora abituata e la “coda” che solletica fastidiosamente il retro delle cosce.
La macchina di riempimento
Dopo una lunga notte insonne è giunto per la mucca numero 14 il tanto temuto momento, la Infermiera Mungitrice la fa inginocchiare e mettere in quella che tecnicamente viene chiamata “posizione genu pettorale”. In pratica “alla pecorina”. Delle cinghie di cuoio bloccano la sudiciona in posizione. L’infermiera, per vedere le smorfie della sudiciona le toglie il cappuccio. Appare la faccia terrorizzata della sudiciona. Ed ecco il temuto apparecchio di riempimento: una “pompa peristaltica” che permette di somministrare il “clistere goccia a goccia”, una tecnica che la Dottoressa Helga sta studiando e cercando di migliorare. L’apparecchio dovrebbe permettere una perfetta pulizia del colon, eseguita, appunto somministrando colossali quantità di acqua goccia a goccia. Come sostiene la Dottoressa, grazie alla lentissima somministrazione le cavie riescono ad accogliere incredibili quantità di liquido. L’apparecchio può gestire automaticamente anche l’ecacuazione, grazie ai tubi del plug anale, ma la Dottoressa preferisce che siano le Infermiere Mungitrici a spremere manualmente l’acqua dal ventre delle mucche, un po’ di tradizione, perbacco. Ma uno dei sogni nel cassetto della Dottoressa è quello di riuscire a far entrare il liquido posteriormente e farlo uscire dalla bocca. La convinzione di poter riuscire in questo si basa sul racconto di un antico medico, vissuto ai tempi del Re Sole, che sosteneva di essere riuscito con successo su svariati “pazienti”. Infatti per documentare inequivocabilmente un eventuale successo la Dottoressa immette del colorante alimentare nell’acqua destinata ad irrigare il pancione della sudiciona.
Ma la preparazione della mucca 14 non è affatto finita, la Dottoressa si avvicina, uno sculaccione e l’ordine di aprire la bocca , un morso viene inserito tra i denti e fissato dietro la nuca con una cinghia, la sudiciona si rilassa, uff ci mancava anche questo. Ma, ripeto, non è finita, ora la Dottoressa prende dall’armadio a vetri una lunga e grossa sonda, poi ordina alla sudiciona di fare delle deglutizioni, la sudiciona è terrorizzata ma obbedisce. E pian piano, tra urti di vomito e colpi di tosse, la sonda penetra dalla bocca della sudiciona, scendendo fastidiosamente per l’esofago, fin nello stomaco. La Dottoressa è soddisfatta, bene 14, non era il caso di lamentarsi tanto. Attraverso questa sonda ti verranno somministrate le tue razioni di tapioca. Rivolta alla Infermiera Mungitrice: “Rimetti pure a questa vacca il cappuccio”.Poi la dottoressa pizzica un capezzolo alla mucca 14, all’inaspettato dolore, la sudiciona urla, ma attraverso il boccaglio l’urlo si trasforma in un muggito!
“Bene, la vacca 14 è pronta per il riempimento” è il commento dellla Dottoressa.
Di lì a poco la sudiciona sente collegare i tubi al proprio plug, vede la Infermiera Mungitrice spingere un carrello con un trespolo che sostiene una damigiana di liquido azzurro. La sudiciona capisce che è destinato a lei. Girando leggermente la testa riesce a vedere la macchina da riempimento, tubi, display, rubinetti pulsanti, ad onta della modernità di questo attrezzo, la sudiciona avrebbe preferito un tradizionale clistere, almeno con quello si riesce a vedere la quantità di liquido con cui ti stanno per gonfiare…. E presto la macchinetta prende vita, con un leggero puff puff. La sudiciona si meraviglia, praticamente non sente nulla: una pacchia!
Ma questo trattamento richiede tempi lunghi, in capo a mezz’ora la sudiciona inizia a sentire l’intestino imbarazzato ed un leggero stimolo. Dopo un ora lo stimolo occupa tutti i suoi pensieri. Ed a quello si aggiunge una altro fastidio: l’acqua assorbita dalle pareti intestinali le riempie la vescica. Passa un'altra mezz’ora, la sudiciona inizia a non poterne più, tenta di muoversi ma è impedita dalle cinghie. Disperata sta per orinare quando…… torna la Dottoressa e preme un pulsante: si sente il ronzio di una pompa e la sudiciona sente il ventre svuotarsi, mentre ode uno scroscio in un grosso bidone posto sul pavimento. Ora la Dottoressa ispeziona il contenuto del bidone: “molto bene, questa apparecchiatura per il goccia a goccia è perfetta, adesso vediamo fin dove possiamo arrivare” e, rivolta alla sudiciona: “adesso che hai eliminato le scorie che ti ingombravano, verrai riempita come non ti è mai successo, vedi di abituarti, la tua permanenza nel reparto mungitura durerà per settimane” L’infermiera ha nuovamente riempito, stavolta fino all’orlo la damigiana di vetro, la Dottoressa, stavolta mette un colorante giallo. Un tasto premuto e ricomincia il puff puff della macchinetta. La sudiciona è stanca di restare in quella scomoda posizione, ma nessuna la interpella. La vescica è ormai pienissima, la sudiciona stringe e rilascia ritmicamente i muscoli della pancia e delle cosce, la pressione nella vescica crese e cala, regalandole forti sensazioni. Intanto pian piano l’acqua entra e, sebbene ciò avvenga una goccia per volta, la sudiciona sente nuovamente l’intestino ingombro.
Ma la sudiciona sente anche altro: le dita della Dottoressa la stanno sottoponendo ad una accurata ispezione intima. E ben presto le dita guantate le vengono poste sotto il naso, odorose e coperte di umori: la sudiciona è incorreggibile, riesce a godere anche così. La Dottoressa è arrabbiatissima: “adesso te la sogni un'altra pausa, voglio vederti col pancione gonfio e l’acqua che ti esce dalle orecchie!!”. Poi la sudiciona sente premere la pancia con decisione, le dita della Dottoressa premono dolorosamente la vescica. Infermiera, metta un caterere a permanenza, uno grosso, direi un 24 a questa porcella. Inoltre applichi tutte le sere, per una settimana, l’unguento numero due, vediamo se riesce a godere anche così. La sudiciona sente le esperte mani dell’infermiera allargarla e il bruiciore dato dal catetere che, inesorabile la penetra. Un subitaneo, piacevole calo della pressione nella vescica segnala che il tubicino è arrivato in posizione. Ma nel frattempo la pompa peristaltica prosegue inesorabile il suo lavoro. Le sensazioni riportate dalla sudiciona sono le seguenti: mancano i crampi e la percezione del liquido che entra veloce. Solo la sensazione di pancia piena che cresce via via, con l’ovvio stimolo a “spingere”, cosa ovviamente vietatissima. La sudiciona è molto stanca, la posizione è massacrante , dovendo mantenerla per ore ed ore. Sente il pancione sempre più gonfio. Inoltre sta montando una nausea infinita, La sudiciona inizia a lamentarsi, emettendo i caratteristici muggiti che contraddistinguono il reparto mungitura.
Il tiralatte
Ma una nuova indegnità attende la sudiciona, la Dottoressa torna e saggia il pancione, che, data la posizione, sporge verso il basso. Soddisfatta la Dottoressa rivolge l’attenzione ad una parte dell’anatomia assolutamente trascurata per quanto riguarda le serve: le mammelle.
La Dottoressa riflette ad alta voce: “Anche se questa vacca è ormai vecchia, vediamo se, applicando gli opportuni stimoli, si riesce ad avere la montata lattea”
Detto fatto, due grosse coppe di plastica vengono fissate alle mammelle della sudiciona. Dalla coppe di dipartono due tubicini che arrivano ad una pompa succhiante-premente.
Ovviamente la fantasia sovraeccitata della sudiciona fa sì che nuovamente la Dottoressa trovi, all’ispezione intima, la sudiciona in uno stato peccaminoso.
“Bene, vediamo di farla calmare”, sono le parole della Dottoressa. E così, con il ventre gonfio, un nuovo tormento inizia per la mucca 14. Ciclicamente la pompa mammillare mette pi n pressione l’aria nelle coppe, praticando un piacevole massaggio, ma proseguendo nella sequenza, di seguito pratica il vuoto nelle coppe. La sudiciona sente come se le strappassero le tette, riesce a sbirciare attraverso la coppa vede le proprie carni violacee, un dolore da impazzire, ben documentato dai muggiti che emette. Fortunatamente per la mucca 14 l’esercizio con il tiralatte non è continuo ma va eseguito per un ora, più volte al giorno.
Il pasto
Nella descrizione dei vari ambienti di Lancy avevamo già parlato della dieta a cui vengono sottoposte le mule, costituita da una pappina di tapioca con addizionate vitamine e minerali.
Ovviamente è lo stesso per le mucche della fattoria, ma nel reparto mungitura la somministrazione della pappina avviene attraverso il tubo che giunge nello stomaco, un sistema avanzatissimo, che non fa perdere inutilmente tempo alle Infermiere Mungitrici.
La sudiciona scopre ben presto, però che tale metodo sarà sì avanzato ma lascia la bocca delle mucche secca e puzzolente quasi quanto una fogna. Vedremo in seguito come le Mungitrici hanno ovviato al problema.
Lo svuotamento.
Ma intanto sono passate le lunghe interminabili ore, la pancia della sudiciona ha, sia pure a fatica assorbita la grande quantità di liquido. “Ora della mungitura” dice l’Infermiera. Le cinghie vengono tolte e la sudiciona viene fatta mettere e legata su di un lettino “ginecologico”. Al di sotto del sedere della sudiciona viene posizionata la sacca di gomma per le deiezioni che la accompagnerà per tutta la sua permanenza a Lancy. La Mungitrice apre il rubinetto del plug della sudiciona. Poi inizia a premere con decisione il ventre, spingendo lentamente ma inesorabilmente le dita riunite a pugno, sempre più a fondo. Dalla bocca della sudiciona si sente un uuuuuhhhhh, infatti la pressione esercitata in questo modo, sta scatenando in pancia alla sudiciona i crampi evitati in precedenza. E la Mungitrice spreme con forza, a due mani, la pancia. La sudiciona ha la faccia rigata di lacrime. A cose finite, arriva la Dottoressa per verificare ed annotare la quantità di liquido somministrata, quattro litri, niente male. Inoltre la dottoressa nota con piacere il sacchetto di pipì collegato al catetere , gonfio e pieno fino all’orlo.
“Bene vacca 14” dice la dottoressa, “adesso verrai portata al pascolo per un ora, così potrai socializzare con le altre vacche!”.
Il pascolo
Poiché la Fattoria e d il Reparto Mungitura sono completamente sotterranei, la Dottoressa ha stabilito che le mucche passino un ora all’aperto, nella zona denominata “il Pascolo”. In questa zona troviamo anche “la letamaia”, il vascone in cui le detenute devono andare a svuotare le sacche delle proprie deiezioni. Delle altre detenute poi, un secchio dopo l’altro, utilizzeranno i liquami, una volta fermentati, per irrigare e far crescere rigogliosi i tuberi di manioca, di cui poi le detenute si ciberanno, una specie di ciclo chiuso!
E veniamo alla mucca 14, deve ora affrontare il fastidio della rimozione delle sonde e dei cateteri che la hanno tormentata finora, “tanto domani li rimettiamo” è l’incoraggiante frase delle mungitrice. Purtroppo per la mucca 14 il fastidioso plug anale non viene mai rimosso.
Ora la sudiciona deve svuotare nella sacca delle deiezioni anche il sacco della pipì. Poi deve sollevare la sacca di gomma pesante una decina di chili e portarla per le interminabili rampe che portano le mucche all’aperto. Ma ben presto si accorge di un'altra cosa, le mammelle, irritate dai maltrattamenti subiti, sono diventate ipersensibili e, data l’assenza di reggiseno, le strappano un gemito ad ogni movimento brusco.
La mucca 14 è guidata e pungolata dalla Mungitrice, per tutto il percorso. Una volta svuotata la sacca, la Mungitrice toglie la catenella dal collare della sudiciona. Finalmente la sudiciona può guardarsi attorno. Altre otto mucche stanno aggirandosi nel “pascolo”, ovviamente le facce sono invisibili, dati i cappucci. Tutte quante si muovono con attenzione, cercando di evitare qualsiasi sfregamento al petto, evidentemente tutte devono sottostare all’esercizio del tiralatte.
In uno degli angoli del Pascolo la sudiciona vede una grossa vasca in cui zampilla acqua fresca, un sogno, accanto un grosso rotolo di cristalli bianchi, del sale, per permettere alle mucche di integrare i Sali e le vitamine assenti dalla tapioca di cui si cibano. Così la sudiciona immerge la testa nella vasca, per bere. Poi lecca golosamente il sale, di cui sente il bisogno e beve ancora una volta. Ma le mucche non devono ciondolare per il pascolo inoperose, così le Infermiere Mungitrici, le obbligano a correre in tondo effettuando a tratti la corsa punitiva di Lancy. E dati i dolori alle mammelle di cui tutte le mucche soffrono, il nome di corsa punitiva è perfettamente indovinato!
(14- continua)
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LANCY 13 - LA MUCCA NUMERO 14
LANCY 13 – LA MUCCA 14
di sguattera sudiciona
Uscite Grosse Jeannette e la mula sudiciona, la Dottoressa Frau Helga Von Bernhardt, non nasconde la sua soddisfazione: grazie alla nuova mucca numero 14 potrà collaudare una nuova “macchina di riempimento” da lei progettata e terminata poche ore prima. Sicuramente l’uso della nuova macchina, se darà i risultati attesi, le permetterà di terminare l’ultimo capitolo dal titolo “Riempimento retrogrado completo” della sua poderosa opera “Eradicazione dei vizi ancillari”.
Anzi, pensa la Dottoressa, sarà il caso di riorganizzare le giornate della mucca 14 e compagne, come già descritto in vari capitoli dell’opera: “Privazione degli stimoli”, “Diete e purghe punitive”, “Clistere goccia a goccia”, “Speculum veterinari”, “Pomate rubefacenti, peperoncino e urticazione biologica”, “Adattamento di castighi tradizionali: verberazioni e fustigazioni di soggetti difficili” , “Svuotamento artificiale: cateteri e sonde intestinali a due vie.” L’opera della Dottoressa segue il già famoso suo libretto “Manuale per Mungitrici”.
La sudiciona, dopo le stremanti salite della collina, è piombata in un sonno di piombo. Viene destata prestissimo dall’apertura della cella: Grosse Jeannette la fa alzare e la obbliga a scendere la interminabile rampa a chiocciola che scende nel sotterraneo del reparto di Mungitura. Qui giunte Grosse Jeannette consegna la sudiciona ad una delle Infermiere Mungitrici e, lieta di poter uscire all’aria aperta dall’atmosfera putrida della Fattoria, di cui il Reparto Mungitura fa parte.
La sudiciona indossa, la divisa di ordinanza in tela grigia, già macchiata e scolorita dal sudore. Sente il peso e la costrizione del, grembiule di gomma verde e dei guanti. Il cappuccio, ben calato, le limita la visuale. La sudiciona, memore delle lezioni ricevute, sporge ben bene la lingua. L’infermiera, con due dita, pinza la lingua della sudiciona, tirandola ancora più in fuori. “Bene, vediamo di capirci: da adesso sei la mucca numero 14. Quando io chiamo 14, devi alzare la testa ed obbedire ai miei ordini. Ti verrà assegnata una stalla, in cui passerai la giornata. Una volta al giorno verrai portata a “pascolare” per un ora all’esterno. Porterai con te la sacca dei tuoi liquami e la svuoterai nella “letamaia”. Adesso ti aspettano il “collare” ed il “brindisi di benvenuto” poi vediamo di trovare un morso adatto a te. Per oggi starai a digiuno, poi la Dottoressa stabilirà la tua dieta. Vedi di rigare dritto oppure la pelle del tuo sedere diventerà dura come il cuoio, te lo assicuro”.
Il Collare
Tutte le mucche, come del resto le mule, devono essere dotate di collare, questo offre alle loro sorveglianti un ottimo modo per poterle “parcheggiare”, attaccando semplicemente la catena del collare ad uno degli innumerevoli anelli di cui Lancy abbonda. Inoltre il collare offre un ottimo appiglio per “tirare” una mucca ombrosa. Il materiale è il medesimo, acciaio e gomma, solo che al collare delle mucche può essere attaccato un piccolo campanaccio che “allieta” l’ambiente opprimente delle stalle della Fattoria. Dimenticavo: i collari delle mucche sono di due colori: la sudi…. pardon mucca 14 vede che la maggior parte dei collari è gialla, altri sono rossi. Anche la sudiciona non sfugge al collare, giallo, che le dà parecchio fastidio ma, di certo, non se ne lamenterà, visti i presupposti.
Il Brindisi
La sudiciona si è molto incuriosita per il brindisi, che sarà mai? Possibile che alla fattoria accolgano con un festino? Niente di tutto questo, l’Infermiera Mungitrice si allontana un attimo e torna con una bottiglietta di vetro scuro. La mostra alla sudiciona: Olio di Ricino di Prima Qualità, spremuto a freddo. Doppia dose. Il cuore della sudiciona dà un sobbalzo, è questo dunque il brindisi?
L’infermiera non ha perso tempo: da una armadietto è comparsa una ciotola per cani, di lucido acciaio. L’infermiera versa una abbondante dose di purgante e mette la ciotola a terra. La sudiciona vede che in fondo alla bottiglietta sono restate solo un dito di prodotto. Guarda la ciotola e si sente mancare, dovrà lapparla alla perfezione. Inizia a darsi mentalmente dell’idiota per il vizio a cui non riesce a rinunciare. Ma bando alle ciance, la sudiciona si mette a quattro zampe e tira ancora più fuori la lingua. Inizia il suo lunghissimo stomachevole esercizio. Sudori, brividi, scoraggiamento, che altro di posso dire? Ma grazie allo scudiscio impugnato magistralmente dall’Infermiera Mungitrice, la sudiciona finisce di lucidare la ciotola alla perfezione.
L’attesa
Nelle ore di attesa per l’effetto del purgante, inframmezzate da fetidi ruttini e gorgoglii di pancia, la sudiciona viene istruita a puntino dalla Infermiera su cosa la attende: tutte le mucche subiscono la “dilatazione meccanica” mediante uno speciale speculum rettale. Viene così posizionato un apposito tappo, contenente una cannula di riempimento ed una di svuotamento. Il tappo viene adattato al foro da una schiuma vegetale che espandendosi ed indurendosi farà da guarnizione impedendo qualsiasi rischio di espulsione o trafilamento. La forma del tappo, grazie alla schiuma, diventa talmente precisa che le mucche sopportano bene il corpo estraneo che le dilata notevolmente. Da brave mucche, quando sono a digiuno, tocca loro l’abbeverata: devono bere tre litri di acqua in tre abbeverate da un litro d’acqua. E’un po’ difficile bere un litro tutto d’un fiato, ma ti ci abituerai. Anzi, cominciamo subito. E così la sudiciona deve vuotare d’un fiato una bella caraffa d’acqua, somministratole dall’infermiera che verifica attentamente non vi siano pause. Inutile dire che alla fine la sudiciona ha il fiato corto e lo stomaco visibilmente dilatato.
Ma ora sono cominciati gorgoglii e dolori di pancia. Alla sudiciona viene ordinato di trattenersi fino all’arrivo nella propria stalla. Lì giunta le viene fatta assumere una delle due posizioni standard concesse alle mucche: deve mettersi a quattro zampe. Questa posizione dovrà tenerla molto molto a lungo, durante gli interminabili riempimenti. L’altra posizione concessa è la posizione di mungitura: distesa sulla schiena con le cosce aperte. Ma non anticipiamo i tempi. La nostra sudiciona, ancora priva di tappo orina più volte ed alla fine si scarica lì per terra, sporcando alquanto e sporcandosi mutande e cosce. Ma ad una certa ora entra l’Infermiera Mungitrice: ora del lavaggio: un getto d’acqua, proveniente da un apposito tubo , lava impietosamente con un forte getto di acqua gelata, intimità, mutande, cosce e pavimento. Il liquido di risulta sparisce in un apposita griglia di scarico. Ora di cena per le altre mucche, la sudiciona, pardon, la mucca 14 viene portata nella stalla-cella dove, complici la fame e la paura di cosa la attende, dormirà ben poco.
L’Unguento Preventivo
Non è passata che un ora insonne, per la sudiciona, che la porta si apre improvvisamente: entrano la Dottoressa e l’Infermiera: si tratta di un ispezione a sorpresa, per verificare il comportamento delle mucche. La sudiciona viene sottoposta dalla Dottoressa ad una accurata ispezione manuale. Inutile dire che la sudiciona, a dispetto di tutti i dolori e tutte le disavventure, è parecchio eccitata dalla prospettiva di essere inerme in mano a severe infermiere e dottoresse. Fatto che non sfugge alla Dottoressa. La sudiciona riceve uno schiaffone e la Dottoressa ordina all’Infermiera di applicare l’unguento numero uno. Per prevenire vizi immondi, nella stalla vengono utilizzati tre particolari unguenti urticanti. L’unguento numero uno, abbastanza blando, viene utilizzato per le vacche inesperte. Si tratta di un unguento costituito al 50% da una antico unguento al mentolo, “vapo..rub” e per l’altro 50% di gel disinfettante alcoolico. Il preparato viene steso abbondantemente sulla …. parte peccatrice della sudiciona. La sudiciona resta sorpresa: una piacevole sensazione di fresco….. beh, poteva andare peggio. Ma passato un minuto, un leggero bruciore si fa strada, l’alccool ed il mentolo contenuti nell’unguento stanno dilatando o pori ed arrossando il clitoride e le delicate mucose circostanti. Il bruciore cresce costantemente e, sia pure sopportabile, tormenterà per lunghe ore la sudiciona. Inutile dire che qualsiasi tentativo di sfiorare le parti infiammate è diventato impossibile. La sudiciona, persa nei suoi bruciori si chiede in cosa consistano e quanto brucino gli unguenti due e tre. Sarà bene per lei che righi dritto e che non sia costretta a sperimentarli, ve l’assicuro.
(13- continua)
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