l’accanimento della perra verso me e
Pilar ci ha messe in un'altra incresciosa situazione. Avevamo da poco
terminato il giardino zen e dopo tante fatiche avremmo anche avuto il
diritto ad un po’ di riposo. Invece siamo subito state rimesse alla
noria. In pratica la perra vuole annientarci di fatica. Inutile dire
che con la stanchezza accumulata e con i piedi rovinati, la povera
Pilar non riesce a lavorare con la velocità richiesta e così Gog e
Magog che la portano subito in direzione. Grande gioia della perra,
che decide di punirla pubblicamente la sera stessa. E’una
specialità spagnola il trasformare la sofferenza in spettacolo, dai
roghi dell’inquisizione, fino ai giorni nostri, in cui resistono
ancora le corride. La perra, naturalmente, non viene meno a questa
usanza: quando decide per una punizione pubblica viene organizzato
quello che potremmo chiamare “il teatrino”. Le punizioni,
anziché infliggerle immediatamente o nel suo studio, vengono
inflitte in sala mensa, viene illustrata a tutte la tua colpa, poi
devi chiedere pubblicamente “la giusta punizione ed il perdono”.
Ovviamente si fa in modo che ti sia impossibile mascherare la
sofferenze che ti vengono inflitte, con la certezza che lo spettacolo
terrorizzerà le tue compagne.
Ed è così che Pilar deve presentarsi,
indossando la divisa di fatica e “las bragas de goma”, per
ricevere la sua punizione. Al centro della stanza il potro, al suo
fianco una piantana, che sostiene due serbatoi di vetro graduato,
grossi come piccole damigiane. Dai boccioni scendono due tubi che
entrano in un apparecchio di regolazione, irto di rubinetti e tubi di
vetro, da quest’ultimo esce un altro tratto di tubo. La povera
Pilar viene denudata e legata strettamente al potro, in posizione
prona, sotto alla sua pancia hanno messo un cuscinetto e poi la
cinghia ventrale è stata allacciata molto stretta. Già così la
posizione è poco confortevole. La perra sceglie una delle cannule
più grosse, spreme sulla lingua di Pilar un bel po’ di vasellina e
le dice di lubrificare bene la cannula, se non vuole che questa la
faccia sanguinare. Figuratevi l’umiliazione, anche perché, oltre
che spargere il lubrificante con la lingua, la cannula viene anche
infilata a fondo in gola, simulando una fellatio. La perra annuncia
che ora inizia la parte dolorosa e passa la cannula alle cinesine,
che non si fanno pregare ed iniziano ad infilarla nel posteriore
della povera Pilar, immaginatevi lo strazio provocato da questo
oggetto, dalla punta grossa come un piccolo uovo.
Ora le cinesine aprono dei rubinetti
sull’apparecchio di regolazione, si sente distintamente un
gorgoglio proveniente dagli intestini di Pilar. Il liquido è molto
caldo e ben presto il corpo della poveretta si imperla e grosse gocce
di sudore prendono a cadere. L’operazione è resa dolorosa dal
cuscinetto ventrale, su cui è legata in posizione prona, questo
impedisce al ventre di dilatarsi. Presto si sentono i sospiri di
Pilar, che inizia a respirare molto velocemente, cercando di tenere
sotto controllo i crampi. Ma questo non sarebbe niente, la perra le
chiede come va l’acqua, alla risposta della poveretta “Signora è
troppo calda, non la sopporto!” la perra, con sguardo diabolico,
dice: “come preferisci, mia cara” e fa un cenno alla cinesina che
gira una manovella, quella che era acqua molto calda diventa acqua
molto fredda, infatti se il primo boccione è di liquido caldo, il
secondo è di liquido molto freddo. Il contrasto di temperatura
provoca dei crampi terribili, per parecchi minuti la poveretta
boccheggia, poi inizia a supplicare che smettano, che si sente
scoppiare, che la uccidano, ma non in questo modo terribile.
Ovviamente i lamenti della punita provocano le risate delle aguzzine.
La perra indica a tutte un tubo di vetro verticale, ci dice che il
livello del liquido indica quanta fatica faccia il liquido ad
entrare, se il livello è basso significa che il liquido entra senza
difficoltà e non dà dolore, se il livello è alto significa che vi
sono delle contrazioni. Il livello per la povera Pilar è
praticamente il massimo. La poveretta viene lasciata a lungo in
posizione, se prima gocciolava di sudore, ora è scossa da brividi
continui di freddo e a tratti batte i denti. Finalmente la perra
giudica sufficiente l’irrigazione, ad un suo ordine della perra le
cinesi chiudono i rubinetti. Il livello nel tubo verticale continua a
rivelare, impietoso, il sopraggiungere delle coliche. Attendiamo per
un buon quarto d’ora, finalmente slegano la poveretta e la fanno
mettere in posizione verticale. La perra le dice che dovrà
trattenere il liquido fino a che non avrà il suo permesso e dopo
averle ingiunto di stringere, per non perdere neanche una goccia, le
strappa l’enorme cannula. Le vengono subito rialzate le “bragas
de goma” e viene lasciata lì, a contorcersi per cercare di
resistere allo stimolo. Conoscendo le spagnole, ed in particolare
Pilar, so che cercherà di resistere a costo di morire, la pancia
della poveretta è gonfia, come se fosse incinta di sei - sette mesi.
Finalmente, dopo un interminabile quarto d’ora abbiamo il permesso
e posso accompagnarla, passettino dopo passettino, fino al bagno.
Cara Monika un abbraccio dalla
sguattera Nadia
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