Diario di una educazione – 14
L’Olio di Ricino.
La nostra servetta sta vivendo due mesi peggiori della sua vita. Tornate a casa dal viaggio in Germania, Madame e la Oberschwester si applicano alla cura del vizio della serva.
Le teorie del Professore, dottamente riassunte dall’antico detto “L’ozio è il padre dei vizi, il lavoro è madre di tutte le virtù” , sono che la serva non deve assolutamente restare senza lavori da eseguire.
Inoltre il Professore si è tanto raccomandato di iniziare anche con la “Darm Diszipline”
E tutti i giorni le Signore applicano, rigorosamente, la cura prescritta dal Professor. La serva viene spedita in uno dei negozietti etnici per l’acquisto di numerose di ginger e di rafano, nonché alcuni peperoncini della varietà “diablo”. Ovviamente la passione della serva per il piccante non sfugge inosservata ed il commerciante, tutto sorrisi e ammiccamenti, propone di sostituire il rafano con delle buone radici di wasabi, ancora più pungenti. Anzi, il cinese consiglia di conservare per almeno una settimana le radici di ginger e wasabi in frigorifero, avvolte in un sacchetto di plastica, vedrà come bruciano poi! La serva avvampa e si impappina, che sappia a che uso sono destinate?
Ma il dramma è a casa, quando la Oberschwester le ordina di sbucciare accuratamente il “tubercule de la journee”. Già sbucciando e tagliuzzando le radici e respirandone il profumo, alla serva viene da lacrimare. Deve bruciare come l’inferno! La Oberschwester stende un lenzuolo di gomma sul letto e le ordina di mettersi sul letto, legandole mani e piedi, lasciandola lì, incaprettata nella divisa di fatica, con le parti basse nude ed indifese. La Signora, nel frattempo, è arrivata per sovraintendere alle operazioni. I due spremi aglio vengono caricati e preparati su di un vassoietto, li accompagna un vibratore di plastica. E si inizia, il vibratore, applicato sul bottoncino della serva, provoca i primi umidori, prontamente sedati dal bruciore del succo. Ed anche il buchetto ha la sua razione! Sembra nulla, quando si parla di un ora di durata, alla serva pare che la terapia punitiva duri un intera giornata.
Dai racconti della serva, ascoltati ai giardinetti: “La Oberschwester impugna saldamente lo spremi aglio, per il manico, con l’altra mano avvita di un paio di giri la manopola che comanda il pistone di spremitura. Subito dalle minuscole perforazioni sgorga il succo dello zenzero. Per la stranza si spande l’inconfondibile aroma. Poi sento appoggiare il grosso cilindro, dalla punta arrotondata, al buchetto. Cerco di rilassarmi, anche se la reazione sarebbe di stringere, ma ormai so che mi farebbero ancora più male, infatti non usano alcun lubrificante per non diminuire l’effetto del succo. Lo strumento viene spinto lentamente, ma inesorabilmente, bene a fondo. In un primo momento sento freddo, ma subito inizia una sensazione di calore che cresce costantemente, ben presto diventa un bruciore che cresce, cresce sempre. Ma ora la Oberschwester, stantuffa lentamente, avanti ed indietro. Fa ancora più male. Poi, quando il bruciore accenna appena a calare, gira ancora un po’ il vitone dello stantuffo, il bruciore aumenta ed aumenta ancora. L’incredibile è che non vi è un limite, ad ogni giro di vitone corrisponde sempre un sostanzioso aumento di bruciore. E nei momenti di riposo per il culetto, lo stesso trattamento tocca alla passerina. I minuti passano lentissimi, ognuno pare un ora. Finalmente la Signora dice che per oggi la terapia è terminata”.
La serva deve ancora, ripulire gli spremi aglio, ancora con il sedere nudo e bruciante.
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