Cara Monika,
sono i primi giorni al servizio di
Dona Conception, la madre di Don Pedro. La Signora, di nobili natali
ha ancora molto polso, per cui è meglio obbedirle. Come spesso
accade, tende a confondere il passato con il presente, per cui a
casa sua le serve vivono la vita e la disciplina che vigevano nella
sua nobile casa ben più di mezzo secolo fa.. La madre di Dona
Conception combattè per i governativi nella guerra civile, al
comando di un plotone di cavalleria da lei reclutato tra i suoi
contadini. In premio le vennero periodicamente assegnate, per vari
decenni, “sovversive” provenienti dalle carceri, da redimere
addestrandole come serve. Così Dona Conception crebbe in questo
ambiente, con l’amore per i cavalli e un polso d’acciaio con le
serve.
Ora i tempi sono cambiati, ma Dona
Conception non se ne rende conto, e guai a contrariarla.
Che cambiamento rispetto allo sfascio
della Pension e alla stalla di Don Pedro. Qui è importante anche la
più piccola piega della divisa di fatica, pomposamente definita
“uniforme”. Inoltre, come recita un quadretto messo nella stanza
della servitù: “La criada debe ser trabajadora, respetuosa,
religiosa y reservada”. Dico stanza della servitù, perché ci sono
anche una vecchia cuoca ed una cameriera.
Mi restava una sola preoccupazione, il
giuramento prestato alla Signora alla Pension. Ma si è fatta
nuovamente viva l’amica della Signora con un messaggio in cui la
Signora si dice molto contenta della mia sistemazione, che mi esorta
ad accettare il contratto presso Donna Conception, che, esperta come
è mi insegnerà per bene la disciplina. Un paio di giorni dopo
arriva l’”abogada” di Dona Conception che mi fa firmare un
contratto temporaneo, dove praticamente rinuncio a qualsiasi diritto.
Dona Conception mi affascina molto, mi
sta raccontando quasi un secolo di storia, episodi degli anni oscuri
della guerra civile e del lunghissimo periodo successivo. Episodi
che, spesso riguardano la dura vita imposta alle avversarie, e della
disciplina che Dona Conception imponeva, allo scopo di “riabilitarle”
piegandole ai propri voleri. Dopo di che le serve venivano mandate a
servizio da qualche parte e Dona Conception accettava delle nuove
serve da addestrare. Le donne da “redimere” non erano certo donne
arrendevoli, ma Dona Conception le studiava a lungo, e riusciva quasi
sempre a trovare un pertugio nella loro corazza.
Nella soffitta della villa Dona
Conception fece costruire alcune cellette, prive di finestra, lì
rinchiuse le ospiti venivano “rammollite” con un regime di stenti
e privazioni, poi Dona Conception iniziava ad impiegare le punizioni
da lei studiate per fiaccare la loro resistenza e domarle. Dona
Conception si giudica una benefattrice delle donne che passarono in
casa sua: sostiene che in carcere le avrebbero spezzate, lei riusciva
a piegarle risparmiando loro grandi sofferenze e lunghissime
detenzioni. Ovviamente è lei che si vede così, ho cercato di
contraddirla, arrivando a darle dell’aguzzina, ma si è subito
agitata. Ha detto che poiché mi sono ribellata, ci penserà lei a
redimermi. E così, per colpa della mia linguaccia sto rischiando
chissà cosa. Ti racconterò presto cosa mi è capitato e cosa mi è
stato raccontato dalle altre serve.
Ciao un abbraccio dalla “criada”
Nadia.
(31- continua)
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