L’INQUISIZIONE A VILLA PENITENZA
Cara Monika,
stamattina prestissimo, le Signora arrivano come furie, ci fanno uscire dalle coperte e spogliare completamente nude. Veniamo messe una ogni lato della stanza, faccia alla parete appoggiate mani appoggiate al muro e gambe divaricate. Veniamo perquisite (e cosa pensavano potessimo nascondere nude?) e ci scortano, ognuna di noi rudemente trascinata da una Signora, fino al salone. Qui veniamo messe in ginocchio sui nostri tappetini aculeati, mani dietro la testa sempre faccia alla parete, una per ogni lato, in modo che non possiamo neanche vederci. Stiamo lì, tremanti di freddo per una buon quarto d’ora, con Teutonica che fa sibilare a vuoto il frustino nell’aria che ci dice: “bene, ora vedremo chi è la furbona”. Non capisco, da una stanza laterale si odono rumori di mobili smossi e poi si affaccia la Signora Infermiera dicendo: noi siamo pronte, portateci la prima. La povera Barbara viene trascinata dentro e la porta viene sbattuta. Iniziano quasi subito dei mugolii disperati. La cosa prosegue per molto tempo, forse mezz’ora. Poi Riportano fuori Barbara in lacrime che viene riportata al suo posto e quasi si accascia, guadagnandosi un ceffone, poiché deve stare ben dritta. La prossima dell’elenco sono io: mi abbrancano e mi trascinano brutalmente nella stanza. Qui trovo un tavolo coperto da un lenzuolo pieno di macchie umide, mi fanno stendere, tenendo le braccia come se mi abbracciassi. In due mi fanno rotolare avvolgendomi strettamente nel lenzuolo e per buona misura due giri di nastro da imballaggio, di quello rinforzato, all’altezza delle braccia e delle ginocchia. Sono bloccata come un salame, non posso fare nessun movimento, completamente inerme. Mi si avvicina Infermiera e mi dice che se collaboro non mi faranno troppo male. Mi chiude il naso, pizzicandolo, in modo che devo aprire la bocca per respirare. Rapidamente mi inserisce due cunei di legno tra i denti. Forzando i cunei mi obbliga ad aprire bene la bocca, fissa il tutto con del nastro americano, in modo che in nessun modo possa liberarmi dai cunei. Ora mi mettono su un fianco e Severa mi blocca la testa con tutta la sua forza. Infermiera si arma del manico di un cucchiaio e di una penna di gallina. Usa il manico del cucchiaio come abbassalingua e mi titilla l’ugola con la penna di gallina! Vi ricordate l’effetto dell’abbassalingua usato maldestramente? Qui l’operazione viene eseguita a bella posta con precisione scientifica e per un tempo che a me pare infinito. Vado nel panico, cerco di divincolarmi ma niente, l’unica protesta possibile è qualche mugolio, quando ti permettono di riprendere fiato. In mezz’ora di sofferenze, conati crampi e colpi di tosse, riescono solo a farmi uscire qualche fiotto di saliva e bile, molte lacrime e a farmi fare la pipì addosso! Alla fine mi liberano e mi devono sostenere trascinandomi al mio posto, dove un paio di scudisciate mi convince a stare nella scomoda posizione ordinata.
Stesso destino per Anne e Brune, restano di là per una buona ora ognuna e vengono riportate da noi con ancora più brutalità.
Le Signore fanno riportare il tavolo al centro della sala. Si riunisce una specie di tribunale: al centro Bancaria, ai suoi lati Severa e Portinaia. Su due sedie un po’ più discoste trovano posto Rottermeyer e Infermiera.
Si tiene una specie di processo. Finalmente ci rivelano cosa è successo: Bancaria, che fa collezione di tappi di bottiglia, aveva adocchiato alcune bottiglie di birra pregiata portate dalle tedesche tra le provviste comuni. Si è meravigliata che tali bottiglie fossero sparite dalla dispensa. Pensando che se le fossero scolate le ospiti ha chiesto se potevano regalarle i tappi. Questo ha dato l’avvio ad un rapido controllo delle abbondantissime provviste (si, perché mentre noi soffrivamo la fame le Signore ne avevano da buttare) rivelava che erano spariti salumi, wurstel, pane e svariate bottiglie di birra e vino. Venivano stabiliti dei turni di sorveglianza ma non approdavano a nulla perché le sorveglianti dormivano sempre della grossa! Da questo gli scoppi d’ira di Teutonica.
Per farla breve, siamo state tenute a dieta strettissima in modo da affamare i colpevoli e costringerli a colpire stanotte. Anche stanotte nessuno si è accorto di nulla, ma Infermiera ha pensato che se aveva mangiato da poco una lavanda gastrica avrebbe rivelato il colpevole. In mancanza degli appositi attrezzi, si è organizzata per fare una lavanda gastrica “fai da te”, come nei tempi andati.
Inutile dire che il nostro stomaco era vuoto, le colpevoli invece hanno vomitato tantissimo.
Resta da capire come mai le sorveglianti dormissero e nessuna si sia mai accorta di nulla.
Si è fatta sera. Il tribunale decide di fissare una seduta inquisitoria per domani mattina.
Rottermeyer rinchiude le colpevoli in un soffocante bagno in disuso, ricordate i bagni alla turca, ecco: un cubicolo di un metro e mezzo per un metro e mezzo, dal cui scarico sale un tanfo insopportabile. Possono accoccolarsi a terra, se non altro stando così strette hanno modo di scaldarsi un poco, poiché gli è stata fatta indossare la divisa da serva ma non hanno coperte. Ovviamente niente cibo ed acqua fino alla sentenza.
In quanto a noi possiamo finalmente bere e sfamarci, era da ieri a mezzogiorno che saltavamo i pasti, che vita da serve!
Ciao Monika,
un abbraccio dalle sguattere Barbara e Lucia
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