NUOVI MALTRATTAMENTI
Cara Monika,
stamattina a digiuno ci siamo presentate nel salone. Nonostante la divisa da domestica tremavamo di freddo ed apprensione. E’prevista una approfondita visita infermieristica per determinare quali punizioni applicarci nelle settimane seguenti. Vengo fatta entrare e spogliare di fronte alle due infermiere. Mi prendono i soliti parametri fisici, altezza peso, pulsazioni e pressione. Passano poi ad una visita ginecologica e ad una esplorazione rettale. Mi dicono che intendono metterci un catetere per l’urina, ma di calibro piuttosto grosso, quanto i cateteri utilizzati per i maschi (l’uretra maschile è molto più lunga e di grosso calibro). Per facilitare l’inserzione bisogna fare delle dilatazioni progressive utilizzando delle apposite sonde dilatatorie. Mi legano al lettino a cosce aperte. Sento che mi allargano le grandi labbra, mi puliscono con una garzina e mi forzano il buchino della pipì. Una sensazione fastidiosissima ed un bruciore intenso! Inoltre Victoria imprime al dilatatore ben lubrificato, un movimento di va e vieni che sollecita tutte le mie terminazioni nervose. Quando appoggiano un oggetto vibrante al dilatatore mi viene una crisi isterica. Victoria allora sospende la seduta, continueranno nel pomeriggio. Esco camminando con le gambe strette, per la sensazione di bruciore e lo stimolo, a vuoto, di fare pipì. Dopo di me tocca alle altre, che non hanno migliore fortuna, almeno a giudicare dai lamenti e da come cammineranno uscendo dal salone.
Dobbiamo poi sbrigarci per riuscire ad assolvere i nostri lavori prima di pranzo, altrimenti ce lo fanno saltare. Nel pomeriggio veniamo chiamate per la pulizia intestinale. Devo confessare che, nonostante abbia punito innumerevoli volte Barbara con dei clisteri somministrati da me o dall’Infermiera, io i clisteri non li sopporto proprio. Questo è forse dovuto al primo clistere che mi venne somministrato in gioventù in clinica, da una brutale monaca, senza la minima delicatezza e causandomi terribili crampi, una vera colica. Non è che una sguattera possa obbiettare agli ordini di due infermiere. Guardo con terrore il voluminoso apparecchio, che apprenderò è di 3 litri. Mi infilano la sonda ed iniziano. Dopo meno di un minuto spruzzo di liquido tutto il lettino. Mi colgono terribili dolori di pancia e mi rannicchio in posizione fetale, senza quasi riuscire a respirare. Devo riconoscere la professionalità delle due infermiere: anziché prendersela con me mi somministrano delle gocce facendomele mettere sotto la lingua, in capo a qualche minuto i crampi si diradano e mi riprendo. Mi interrogano e racconto la mia storia. Victoria dice che crede di sapere come farmi superare il blocco, devo avere assoluta fiducia in lei ed in capo ad un paio di sedute sarò in grado di ricevere clisteri come le altre. Accetto ed allora mi legano al lettino, ora Victoria inizia a stimolarmi clitoride e vagina con un oggetto vibrante, costituito dalla testina di uno spazzolino elettrico. In breve sono preda di un orgasmo spaziale, nel mentre mi infilano la sonda e sento l’acqua entrare. Sono però preda delle ondate di piacere e, quando inizierò a provare disagio avrò già ricevuto un litro di clistere. Victoria è orgogliosa della propria intuizione, domani, secondo lei sarò già in grado di ricevere tutti e due i litri e la volta successiva non ci sarà più bisogno di eccitarmi.
Devo però scontare di aver goduto come una porcella, nel salone, di fronte a tutte le altre mi vengono somministrati 20 colpi di battipanni. Inoltre mi viene applicato il “torchio mammillare”: si tratta di due assicelle di legno che possono essere strette tra di loro tramite tre viti con manopoline di plastica. Si applicano le assicelle una sopra ed una sotto i seni, si mettono le viti e si inizia a stringere. Semplice e molto doloroso, in particolare se qualcuna ti pizzica i capezzoli già paonazzi per la compressione a cui sono sottoposte le tette.
Le Signore mi incaricano di riferire che hanno molto apprezzato i vostri suggerimenti per le punizioni. Verranno gradatamente adottati.
Insomma, anche questa dolorosa giornata è finita, se permetti Monika, io mi ritiro, sperando di riuscire a dormire, perché mi sento ancora tutta scombussolata per i trattamenti e i maltrattamenti ricevuti.
Un saluto dalle sguattere Lucia e Barbara
disegno © Georges Pichard
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